In antichità (si fa per dire) le carrozze di Prima classe si differenziavano sensibilmente da quelle di seconda classe per un maggior confort, servizi, arredamento.
Il trasporto regionale LeNord, che sono costretto ad usare per recarmi al lavoro, è costituito prevalentemente da treni TAF e TSR dove le carrozze di prima e seconda classe sono IDENTICHE.
Da 2 anni faccio il pendolare da Locate Varesino a Milano ed ho notato che la composizione dei treni non soddisfa, nelle ore di punta (entrata e uscita dal lavoro), il fabbisogno. Ci sono spesso persone in piedi nelle carrozze di seconda classe e posti vuoti nell’unica carrozza di prima classe che non ha nessun confort e nessuna differenza da quelle di seconda classe.
Trattandosi di treni pendolari, utilizzati in prevalenza da persone che si recano al lavoro, che già sostengono un costo non rimborsabile, trovo assurdo obbligare a pagare di più (abbonamenti o biglietti di prima classe) per avere una PROBABILE certezza del posto (questa è stata la risposta di un capo-treno alla mia domanda: "che differenza c’è fra un posto in prima classe es un posto in seconda classe?).

Personalmente ritengo che come primo intervento da realizzare per ridurre lo scompenso pendolari/posti insufficienti nelle ore di punta sia quello di ELIMINARE completamente la carrozza di prima classe poiché la motivazione addotta per averla prevista (probabile certezza del posto) anziché offrire un maggior confort o comodità (superfluo) mi sembra assai discriminatoria (v. art. 3 Costituzione).

E’ giusto far pagare un confort o un lusso (come in origine) ma non una "probabilità”, tanto meno a persone che non usano i treni per viaggi di piacere ma per recarsi al lavoro (che già sostengono un costo – come ripeto – non rimborsabile).

24 gennaio 20011